CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA. L’ Edicola di ieri

 

a cura di Valerio Maggio

Premio Strega (…) Di cosa parlano i libri finalisti

(Filippo La Porta L’Unita cultura 14 aprile 2024)

«A una prima analisi contenutistica, le opere restituiscono molte delle tensioni contemporanee (…) molte storie di donne (vittime ma anche eroine, orfane e protagoniste) tra provincia e metropoli, molta Storia tra impero bizantino e i nostri anni di piombo, catastrofe climatica, Covid, epidemie. Sì potrebbe riassumere così: al centro la violenza, anzitutto sulle donne, sugli esseri più deboli, privi di difese, poi ampliando l’orizzonte la “violenza” insita leopardianamente nella natura (matrigna crudele, o nel migliore dei casi dura nutrice). (…) Certo, noi abbiamo contribuito a far esplodere il virus, a fargli compiere il salto di specie, però verosimilmente non l’abbiamo prodotto noi (salvo che nelle paranoie complottiste): i batteri – sia buoni che cattivi – sono il 90% delle cellule del nostro corpo, e insomma la natura è del tutto indifferente verso la nostra sofferenza. Dunque, lo stato d’animo prevalente è la paura (…) che oggi, opportunamente manipolata, è il brodo di coltura dei populismi reazionari sparsi per il globo. In nome della paura, cioè della sicurezza, siamo pronti a cedere diritti, libertà personali (…). Tempo fa sono andato a parlare di Dante in una classe. Ho chiesto ai ragazzini di dirmi qual è secondo loro il peccato capitale più grave nella Divina commedia: non mi hanno detto la superbia – come risulta dalla gerarchia abbozzata da Virgilio nel Purgatorio – ma, sorprendentemente, l’ira. Sono spaventati da un mondo di adulti che sentono pieno di rabbia, esplicita o repressa. Basta la sera fare un giro di zapping sui talk show».