CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA. Ospedale di Cambiano, giochi fatti. “Pronto per il 2030”

 

Pescarmona, direttore generale dell’asl To 5. “Costerà di più, mai soldi ci sono”

di Gianni Giacone

L’ospedale unico dell’asl To 5 è un percorso avviato. Ci sono i soldi per farlo (anche se ne serviranno molti più di quanto previsto all’inizio, per il tempo perso in discussioni e polemiche politiche), presto sarà pronto il progetto di fattibilità  (i tecnici scelti con un bando sono già al lavoro) e ci sono date (quasi) certe per l’appalto e l’inizio dei lavori. C’è persino una data (presunta, per carità…) in cui l’ospedale dovrebbe essere pronto, a Cambiano, sul terreno ancora occupato dai resti di un autoparco militare del Demanio. Che la Regione, facendo valere una opzione prevista dalla legge, ha acquistato nel marzo scorso.

Questo ed altro ha raccontato, in un recente incontro a Chieri, il direttore generale dell’asl To 5, Angelo Pescarmona. Che, detto per inciso, è vicino ma non prossimo alla pensione, visto che la Regione lo ha prorogato fino alla fine del 2024.

“Il nuovo ospedale – ha esordito Pescarmona – servirà un bacino di 305 mila abitanti e avrà 550 posti letto. Sono tanti, se pensiamo che la somma dei letti oggi disponibili negli ospedali di Chieri, Moncalieri e Carmagnola arriva a 510. La preoccupazione, legittima, che non bastasse più a questo punto il finanziamento previsto e garantito da INAIL per la Regione Piemonte, pari a 205 milioni, è stata scongiurata dal reperimento di altre risorse per i futuri ospedali di Cuneo e Novara, che hanno liberato un altro centinaio di milioni da INAIL per Cambiano.”

Avere un ospedale nuovo sarà, oltre che una necessità sentita da decenni, anche una opportunità. “Oggi, solo il 35% dei residenti dell’asl To 5 si rivolge agli ospedali di Chieri. Moncalieri e Carmagnola, mentre circa il 50% ricorre alle strutture sanitarie di Torino. Quando funzionerà l’ospedale di Cambiano l’obiettivo è che quel 35% salga ad almeno il 50%, con una forte diminuzione della cosiddetta ‘mobilità passiva’.”

Pescarmona definisce ‘ormai irreversibile’ la scelta di Cambiano ma, pur con toni non polemici, non risparmia una frecciata alla politica, che “negli anni passati, dal 2015 in poi, ha discusso e polemizzato sul posto dove fare il nuovo ospedale e alla fine ha perso anni per spostare di pochissimi chilometri, da Vadò all’autoparco di Cambiano, la sua collocazione”.

In attesa di recuperare il tempo perso con l’ospedale, e rimandando qualunque decisione sul futuro utilizzo delle tre strutture attuali, Pescarmoma rilancia il tema della sanità territoriale come elemento essenziale del sistema sanitario. “Con i soldi del PNRR abbiamo messo in pista sette case di comunità a Castelnuovo don Bosco, Poirino, Carmagnola, Carignano, Trofarello, La Loggia e Vinovo.”

Ma quando è pensabile che sia pronto l’ospedale unico ma Cambiano? “E’ realistico pensare che i lavori possano iniziare nel 2026 e che l’ospedale sia pronto nel 2030. Forse, anche un po’ prima…”