CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA. C’era una volta la 24 ore motorini del Kiwi Club

Una classica che nasce negli ani Ottanta, con Gaspare Napoli e Marco Civera. Nel 1984…

di Valerio Maggio

Ha da poco compiuto quarant’anni la prima edizione della 24 ore dei motorini organizzata dal KiwiClub sul tracciato di due chilometri, in parte sull’asfalto in parte su terra battuta, ricavato in piazza Europa. Un circuito da percorrere quasi ininterrottamente per 1440 minuti dove sorpassi, frenate, piccoli scontri erano spesso pane quotidiano; dove la notte, lunga per piloti e meccanici, molte volte diventava momento decisivo per piazzare la botta vincente. Una gara diventata fra le classiche della specialità da non perdere per nessun motivo. L’edizione del 1984 vede nelle figure del dirigente Gaspare Napoli e nell’onnipresente Marco Civera le punte di diamante di quell’avvenimento capace di radunare a Chieri un centinaio di equipaggi per un totale di trecento piloti pronti ad alternarsi alla guida per un’intera giornata. (ogni equipaggio infatti era formato da tre concorrenti) “Nelle prime edizioni – ricordava Gaspare Napoli – era facile incontrare personaggi pittoreschi o ragazzi sprovveduti pronti a gareggiare anche solo col motorino usato per andare a scuola o in camporella con la fidanzatina. Con l’andar del tempo le cose sono cambiate sino al punto che ora si presentano alle gare giovani atleticamente a posto, allenati alla fatica e con mezzi ‘preparati’ da tecnici di professione. Ancora di più a Chieri dove si corre una tra le poche, se non la sola, 24 ore italiane avendo raggiunto una risonanza sempre più ampia grazie non solo grazie all’organizzazione ma anche alla ricchezza dei premi. Il pubblico poi è presente in modo più che soddisfacente per tutta la giornata non diventando folla soltanto nelle ore notturne, dalle 2 alle 6”. Fra i concorrenti oltre agli esperti provenienti da mezza Italia (Pisa, Aosta, Milano, Varese, Sanremo) – in un’edizione una richiesta di partecipazione era arrivata da Agrigento – molti i veterani chieresi pronti ad inanellare giri su giri oltre che per la passione motoristica anche e soprattutto per un’innata dose di guasconeria, da sempre tra gli ingredienti principali di alcuni equipaggi nostrani. Uno fra i tanti: Pavesio, e Bertolino, nella foto a fianco del microfonato Gaspare Napoli. Quello spirito libero che spesso poteva sfociare in ironica e divertente bravata non era però l’ingrediente principale per la maggior parte dei concorrenti che in modo serio e coscienzioso, con abilità, tattica e passione, erano pronti a sfidarsi con i loro mezzi ‘tirati al limite’ sino allo stop finale in nome di quella sana competizione propria di ogni gara sportiva comprese quelle motoristiche. Così per quasi un lustro poi il sipario calerà su questa iniziativa. Si ritenterà di rimetterla in piedi, con alterna fortuna, all’inizio del terzo millennio. Ma nulla sarà come prima.