CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA. Da emigrante senza valigia a Capostazione

La storia di Pietro Lombardi, che si racconta in questa intervista

Pietro Lombardi nasce nel 1948 a Palazzo San Gervasio, provincia di Potenza in Basilicata, anticamente Lucania. A diciott’anni è orfano di entrambi i genitori, allora la maggiore età si raggiungeva a ventun anni: si ritrovò capofamiglia e minorenne.

Hai avuto una giovinezza difficile, che anni sono stati?

Non mi sono arreso. Sono arrivato a Torino nel marzo 1967 assunto alla FIAT come allievo-operaio, frequentavo la scuola FIAT per diventare elettricista. Ero uno studente “serale” e lavoratore con turno fisso di notte. Ho anche frequentato presso il Centro Culturale FIAT un Corso di Fotografia, che poi è divenuta la mia grande passione.

Quando arrivi a Chieri?

Cinquant’anni fa nel 1974. Nel frattempo nel 1970 ho iniziato la mia carriera nelle Ferrovie a Pessione, poi a Villanova, a Chieri e infine per ventidue anni a Trofarello. Sempre come Capostazione.

Tu hai il grande privilegio di essere amico di un grande sacerdote, Don Luigi Ciotti, come lo hai conosciuto?

L’ho conosciuto nel 1968 a Torino, mentre era ancora seminarista. Poi venne ordinato sacerdote nel 1972. Nel Gruppo Abele, dal lui fondato, ho svolto attività di volontariato, campi di lavoro e campi-scuola estivi; ho avvicinato Caselli, Violante, Olivero, il card. Michele Pellegrino. Ho svolto anche il servizio di fotografo volontario del Gruppo, fermando sulla carta fotografica eventi e incontri che ho scolpiti anche nella memoria e nel cuore. Don Ciotti ha celebrato il mio Matrimonio con Elisa a Cambiano nel 1974; per noi è uno di famiglia.

Tra il 2004 e il 2009 svolgi il tuo servizio anche in politica.

Sì, sono stato eletto consigliere nel Comune di Chieri, ricevendo poi la delega ai trasporti. La mia “battaglia politica” continua per una mobilità sostenibile. Sin dal 1986 però fui promotore del “Comitato cittadino per il treno”, in quegli anni infatti per la nostra linea ferroviaria Chieri-Trofarello, dichiarata “ramo secco”, venne decretata la chiusura.

Sei inserito nel tessuto cittadino chierese, ma non hai mai dimenticato le tue radici. Il tuo impegno è stato coronato da importanti onorificenze.

Sono socio-fondatore dell’Associazione Culturale Amici della Lucania di Chieri. E per meriti socio-culturali sono stato nominato Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica Italiana.

Il treno è la tua vita, quanto ti sei speso anche dopo la pensione?

Ho fatto trentanove anni di servizio, sono spesso andato oltre al mio lavoro suggerendo tanti miglioramenti, non sempre ascoltati. Ho tanti ricordi, ci sarebbe da scrivere un libro!

Festeggi cinquant’anni di matrimonio e anche del tuo arrivo a Chieri, e per il futuro quali sogni hai nel cassetto?

Proprio perché il treno è stata la mia vita spero di riavere le fermate a Trofarello di tutti i treni regionali veloci.

E nella vita privata?

Di avere tempo per le mie due passioni: la fotografia e l’orto (sono assegnatario dell’orto urbano comunale). Ma il desiderio più bello e importante è quello di poter vedere crescere con mia moglie Elisa le nostre due nipoti Ariel e Olimpia, insieme a nostra figlia Valentina col marito Davide.

Ed è l’augurio che ti facciamo: che il viaggio lungo i binari della vita sia ancora lungo, sereno e… sempre puntuale!