L’inaugurazione solenne, con il cardinale Fossati, il 23 dicembre 1951
di Antonio Mignozzetti
In un momento in cui si riflette su che cosa fare del Teatro Duomo, se conservarlo così com’è o se trasformarlo ai fini di un suo migliore utilizzo, abbiamo cercato notizie sui suoi non lontanissimi inizi. Grazie alla disponibilità del responsabile dall’archivio comunale Vincenzo Tedesco e della sua collaboratrice Serena Goldin, sono riemersi i documenti relativi alla licenza edilizia. Contemporaneamente, dalle vecchie annate del settimanale “Il Chierese”abbiamo appreso i dati di cronaca relativi alla realizzazione dell’edificio. L’impresa aveva avuto inizio il 5 giugno 1950 quando il parroco don Luigi Lucco Castello presentò al Comune la domanda per ottenere la licenza edilizia. Solo un anno e mezzo dopo, e precisamente alle ore 15 di Domenica 23 dicembre 1951, il cardinale arcivescovo di Torino Maurilio Fossati inaugurava il nuovo “Teatro Duomo”. Quel giorno, – racconta “Il Chierese” – “… attorno al Cardinale si radunarono: il parlamentare onorevole Silvio Geuna; il sindaco Secondo Caselle; il consigliere provinciale ed ex sindaco di Chieri rag. Giuseppe Franco; il pretore dott. Raniero Tedeschi; il progettista dell’opera ing. Felice Lautier, e il cav. Giuseppe Cottino, presidente della Giunta Parrocchiale di Azione Cattolica. Erano presenti anche i Canonici della Collegiata; i Superiori delle Famiglie religiose della città; molti sacerdoti, fra i quali mons. Barale, don Dolza e don Fasano; tutti gli assessori; vari consiglieri comunali e parecchi industriali. Il senatore Pier Carlo Restagno, dirigente dell’Azione Cattolica, impossibilitato ad essere presente, inviò un caloroso telegramma di adesione. Dopo un canto eseguito dalla Schola Cantorum diretta dal maestro Michele Mondo, integrata dalle voci bianche dei ragazzi dell’Istituto Salesiano San Luigi e dell’Ospizio, il cav. Cottino salutò il Cardinale ed introdusse l’oratore ufficiale, il rag. Giuseppe Franco. Questi espose gli scopi che avevano consigliato la costruzione dell’importante e moderno edificio. Quindi intervenne l’arciprete can. Luigi Lucco Castello il quale si dilungò nel ringraziare coloro che in modi diversi avevano collaborato alla realizzazione. Infine prese la parola il Cardinale Maurilio Fossati, il quale lodò “l’opera bella e splendida, tanto rispondente ai bisogni dell’ora”. Nel numero successivo, uscito il 5 gennaio 1952, il settimanale ne pubblicava una descrizione: “Costruito dalla ditta Manolino

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sotto la direzione dell’ing. Luigi Lautier e su progetto dello stesso, questo salone… presenta una lunghezza di m. 21,50 per una larghezza di m. 14 e altezza m. 10. La platea ha una superficie di mq. 282 e contiene 484 sedie poste in un piano inclinato di 85 cm. verso il palco, davanti al quale si apre un’ampia fossa per l’orchestra in diretta comunicazione con il sotto palco… La galleria con una superficie di 140 mq. e con 200 sedie, si protende con due balconate laterali sopra la platea per m. 7… Il palco, costruito secondo le più moderne esigenze sceniche, misura 100 mq. e consente anche la rappresentazione lirica. Il suo boccascena è di m. 7 x 5,20. Tutto l’insieme dà garanzia di solidità anche per il fatto che ossatura e tetto sono in cemento armato… Ci congratuliamo – concludeva il settimanale – con il progettista ed i costruttori ed in particolare con il rev. canonico don Lucco Castello che ha fatto sì che Chieri avesse finalmente un teatro attrezzato”.