CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – Storia di un vecchio panettiere

 

Giovanni Bertolone racconta in una lettera a Centotorri…

 

“Vi scrivo perché mi avete piacevolmente commosso, aprendo il vostro giornale vedo una foto di papa e mamma dietro al banco del nostro negozio, di questo vi ringrazio. Però vorrei precisarvi quanto segue la nostra attività non è terminata nel 1980 ma bensì nel 2000, perché l’ho proseguita io, Giovanni Bertolone, coadiuvato da mia moglie e mio fratello Marco. Nel 1974 mio padre si ritira ed io subentro con mia moglie Grazia alla conduzione della attività familiare fondata dal mio bisnonno Giovanni. Il mio lavoro a fianco di mio padre comincia da giovanissimo, così si usava.La nostra famiglia è stata presente anche in altre città del Piemonte: i fratelli di nostro padre, Cipriano e Giovanni, avevano il forno uno a Poirino l’altro a Castelnuovo Don Bosco, le sorelle anche loro sono rimaste in attività commerciali con negozio di altro genere a Chieri e Belluno.Ha poi proseguito l’attività di panettiere anche l’altro ramo della famiglia Bertolone con forni a Carmagnola e Pino Torinese.Una curiosità: durante dei lavori di manutenzione del tetto dove aveva sede storica la nostra attività, in Via Garibaldi 27 a Chieri, i muratori hanno scoperto una antica tegola posta molto vicina al camino del vecchio forno a legna, che sopra riporta un disegno fatto sicuramente al momento della fabbricazione, dove si vede chiaramente incisa con il dito prima della cottura una forma di scudo (cosi lo interpretavo io). L’ho sempre tenuta in disparte perché mi sembra una cosa carina. Nel 2024 un muratore chiamato per eseguire dei lavori l’ha vista ed ha cercato di interpretare quel disegno. Lui ci ha visto la bocca del forno con le fiamme ed il fumo: che esce ed è sicuramente così.‘Bocca’ del forno in termini da prestinàio e , mentre ci siamo per i più giovani: il forno a legna ha anche le mascelle, quella calda e quella fredda e il cielo.Lo spazzolone che serviva per la pulizia dentro il forno si chiamava ‘pnàs’ e veniva fatto con l’erba palustre che cresce spontanea nei laghi ed ambienti palustri vedi lago di Arignano. L’attrezzo per tagliare la pasta del pane veniva ricavato da una vecchia falce consumata e si chiamava ‘ras-cia’…

Giovanni Bertolone