Cappella e altare di San Girolamo Emiliani
ALBERTO MASO GILLI. San Girolamo Emiliani affida alla protezione celeste un’orfana ed una suora educatrice (olio su tela, cm 260×140, 1870 ca.).
L’altare della cappella sinistra, in passato dedicato a Santa Elisabetta d’Ungheria, era di patronato delle Umiliate del Terz’Ordine di San Francesco d’Assisi, un sodalizio che a Chieri esisteva fin dal Quattrocento e che, prima di approdare in questa chiesa (1751), era stato ospitato prima in quella di San Francesco e poi nella cappella dell’Ospedale Maggiore. Quando, nel 1863, trasferì la sua sede nella cappella di San Tommaso della Collegiata, la dedicazione della cappella e dell’altare venne mutata in quella di San Gerolamo Emiliani, apostolo della gioventù bisognosa.
Sull’altare venne collocata una nuova pala, dipinta dal pittore e incisore chierese Alberto Maso Gilli, nella quale il Santo fondatore dei Somaschi è rappresentato in un solenne interno di chiesa nel gesto, improntato alla drammaticità cara alla ottocentesca pittura di storia, di raccomandare al Cielo un’orfana e una suora educatrice: le due figure femminili che caratterizzavano la vita dell’annesso Orfanotrofio.
La data di esecuzione del dipinto dovrebbe aggirarsi attorno al 1870.
NANDO LURASCHI, Via Crucis (2000).
Nella cappella di San Gerolamo Emiliani, a sinistra dell’ingresso, nel settembre del 2000, a conclusione di tre anni di restauri, vennero collocate le stazioni della Via Crucis, quattordici formelle in vetro policromo realizzate da Nando Luraschi. “…14 formelle – commentava Olga Gambari su La Repubblica del 3 settembre – dove la figura e il volto di Cristo diventano il filo conduttore di un racconto visivo ed estetico, assieme alla sagoma della Croce. Da 50 anni Luraschi ha scelto il vetro come materiale, che plasma e utilizza come un corpo pittorico. Vetro che richiama luce e trasparenza, attraverso cui colori e forme si animano e vibrano. Il dramma sacro della Passione è stilizzato in simbolici iconici e cromatici, con un alfabeto essenziale e diretto, trasfigurato dalla luce. Profondi e puri blu, gialli, neri, fogli d’oro fusi secondo la tradizione di un’arte antica, che Luraschi ben possiede e innova”.
Nando Luraschi è nato a Legnano (Mi) nel 1928 ma da anni vive a Pavarolo (To). Come pittore si è formato a Brera, ma frequentò anche lo studio di Guttuso a Velate (Va). Oltre alla pittura, si è dedicato anche ad altre arti, come l’incisione, la maiolica, il mosaico e, dal 1991, il vetro.
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