A 450 anni dalla nascita, le opere del grande artista, della figlia e degli allievi in un percorso sul web
Per celebrare il 450° anniversario della nascita di Guglielmo Caccia, 100torri.it propone un evento eccezionale: dallo scrigno della Grande Pinacoteca, il museo virtuale con tutta la pittura chierese, un percorso che attraverso il web porta il visitatore a scoprire, dal Duomo a San Domenico, da Santa Margherita a San Bernardino, da San Giorgio e San Michele al Giovanni XXIII e a San Guglielmo, i gioielli pittorici dell’artista, che a Chieri ha dato vita ad una fiorente bottega.
Chieri vive come ‘suo’ questo anniversario. Innanzitutto perché probabilmente non esiste un’altra città piemontese che vanti tante opere del grande pittore manierista quante sono quelle sparse nelle chiese e perfino lungo le strade chieresi. Sono una ventina quelle del Maestro o genericamente attribuite alla sua bottega; due quelle ritenute della figlia Orsola Maddalena Caccia; quattro quelle dell’allievo Giovanni Crosio; sei quelle dell’altro allievo, il chierese Francesco Fea e dei suoi nipoti, i fratelli Cerutti. Ma c’è un altro motivo, ancora più importante, che rende privilegiato il rapporto di Chieri con il “Raffaello del Monferrato”: un documento del 1600, dell’ “Archivio Generale di Sua Altezza” (un atto di pagamento), dice del Moncalvo che era “habitante in Chieri”. Chieri, cioè, non fu solo la destinataria di molte sue opere, ma in questa città egli si stabilì per alcuni anni, facendone la base dalla quale si dipanarono gli itinerari lavorativi che lo portarono a Torino e in vari centri del Torinese. Al numero 14 di vicolo Mozzo dell’Annunziata c’è una casa, sulla cui facciata compare una Madonna col Bambino datata 1606, che viene tradizionalmente indicata come sua abitazione. Il Moncalvo tornò a Chieri anche in un secondo momento, attorno al 1615, chiamato dal padre domenicano Giacinto Broglia, che nel coro della chiesa di San Domenico gli affidò gli affreschi e le grandi tele della Resurrezione di Lazzaro e della Moltiplicazione dei pani, e nella cappella della Madonna del Rosario la pala e gli affreschi delle pareti e delle volte. Probabilmente egli diede vita ad una vera e propria bottega chierese dove, fra gli altri, lavorarono i suoi due principali allievi, Giovanni Crosio e Francesco Fea i quali, quando il Maestro tornò a ritirarsi nel Monferrato, ne proseguirono l’attività e se ne contesero l’eredità artistica.
IL DUOMO (COLLEGIATA DI SANTA MARIA DELLA SCALA)
CHIESA DELL’ANNUNCIAZIONE (Orfanelle)
Edicole Votive e Pitture Esterne
© Tutti i diritti riservati ©
Vietata la riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta